sabato 25 maggio 2013

Educazione all'amore e coeducazione



Lo scautismo riconosce in ogni ragazzo e ragazza una persona unica e irripetibile, perciò diversa ed originale in ogni sua dimensione, compresa quella affettivo sessuale.
Tale riconoscimento rende fondante la scelta della coeducazione che, proposta come valore e utilizzata come strumento, sostiene l’azione educativa di tutta la proposta scout.
Crescere insieme alle persone vicine, diverse nel corpo, nella storia, nelle aspirazioni, vuol dire cogliere la reciprocità, che è non solo riconoscimento, accettazione e valorizzazione della diversità sessuale, sociale e culturale dell’altro, ma anche relazione da cui non si può prescindere per giungere alla piena consapevolezza di sé.
L’Associazione crede fermamente che dal rapporto particolare uomo donna nasce la famiglia umana e scaturisce la vocazione dell’uomo a vivere con l’altro, perciò propone attraverso l’incontro tra i due sessi un cammino di crescita che, partendo dalla scoperta e dalla conoscenza della propria identità di genere, conduca alla scoperta ed alla conoscenza dell’altro, per instaurare con esso un dialogo ricco e costruttivo, attraverso cui rileggere e riflettere sul proprio modo di essere uomo o donna, superare ruoli e modelli precostituiti e collaborare in modo fecondo.
Nella reciprocità e nel dono di sé, lo sviluppo della identità di genere e la relazione interpersonale orientano, con crescente profondità ed intensità, la dimensione affettiva e la capacità di amare di ognuno.
Nella realizzazione di questa proposta l’uomo e la donna partecipano al progetto creativo di Dio.
Nel suo significato strettamente metodologico, coeducazione significa anche far vivere ai ragazzi dei due sessi esperienze in comune, secondo un progetto educativo unico che preveda attività comuni continuative o frequenti e regolari. Le attività comuni hanno lo scopo di portare ragazzi e ragazze a scoprire l’arricchimento reciproco che essi ricevono, proprio perché diversi, dal vivere esperienze eguali, per quanto concerne le proprie possibilità di espressione e realizzazione personale; valorizzano le caratteristiche positive tipiche dei due sessi e ne favoriscono la reciproca accettazione. In queste attività il capo pone attenzione nel far vivere l’esperienza con ruoli e coinvolgimenti differenti a seconda dei diversi tempi di maturazione di ragazzi e ragazze. Per questo sarà importante:
• rispettare il mistero della persona e i suoi tempi di crescita, ponendo la massima attenzione nella programmazione della attività e nella vita dell’unità;
• aiutare questo processo di scoperta attraverso la testimonianza dei capi quali persone che in modo sereno e maturo vivono la propria identità e la sanno mettere in relazione con l’altro. Questi obiettivi possono essere conseguiti attraverso unità monosessuate, parallele o miste.

martedì 21 maggio 2013

Educazione alla fede



L’annuncio del Vangelo anima e sostiene l’intera proposta educativa dell’Agesci (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani). Le attività dell’unità, il clima in essa creato, lo stile e l’atteggiamento dei capi costituiscono un luogo privilegiato per l’incontro personale con Dio e per il cammino di fede del ragazzo e della ragazza. La fede è vissuta nella Chiesa; la Comunità capi vive il suo carisma educativo inserita nella vita della Chiesa locale ed offre, con la specificità dello scautismo, un modo di educare alla fede e all’ecclesialità. A tal fine, gruppi e unità ricercano rapporti costanti e costruttivi con organismi pastorali delle comunità locali, cui prendono parte nei modi e nei momenti appropriati.
L’itinerario di fede parte dalle concrete situazioni della vita dei ragazzi e delle ragazze dentro e fuori le attività scout, per portarli a comprendere come la Parola di Dio illumini tutta la realtà della vita per rivelarne il significato umano, religioso, cristiano.
L’annuncio di Gesù Cristo presente nella vita della Chiesa in cammino verso il Regno, caratterizza l’itinerario di fede attraverso le esperienze dell’ascolto della Parola, della preghiera e della celebrazione del mistero, della testimonianza e del servizio. Tale itinerario si inquadra nel progetto educativo di gruppo e si attua nelle tappe della progressione educativa scout attraverso la proposta di esperienze e la mediazione di simboli che facilitano l’integrazione tra la fede e la vita. Corresponsabili dell’educazione alla fede in Associazione sono capi ed assistente ecclesiastico, chiamati ad essere testimoni della fede, secondo il loro specifico ministero nella Chiesa. Il servizio diviene efficace e fecondo attraverso l’esemplarità delle scelte e dei comportamenti; ciò presuppone un atteggiamento interiore di crescita e specifici momenti individuali e comunitari di formazione spirituale.

La relazione educativa




L’originalità della proposta scout consiste nella capacità di suscitare relazioni autentiche e durature. Il legame significativo tra i ragazzi e tra questi e gli adulti permette a ciascuno di riconoscere la dignità dell’altro e di esaltarne le ricchezze.
È una relazione in cui al centro è posto il ragazzo, con i suoi ritmi, le sue necessità e la sua capacità di stupirsi, che il Capo percepisce e valorizza all’interno della comunità di riferimento.
Nel suo essere sempre nuova ed originale, tale relazione:

  • vede nella comunità un contesto educativo, di stimolo e condivisione di obiettivi ed esperienze, di comune tensione verso i valori proposti dallo scautismo;
  • vede nell’adulto, fratello maggiore, la persona capace di assumere il punto di vista dell’altro, di ascoltare e di guardare le cose con gli occhi dei ragazzi, accogliendoli nella loro originalità, fonte di cambiamento e crescita per entrambi;
  • vede nelle esperienze vissute secondo lo tile scout, occasioni che offrono al ragazzo spazi di partecipazione e autoeducazione, attraverso personali percorsi di scoperta dei significati profondi insiti nelle esperienze stesse.

La relazione educativa nello scautismo si esprime attraverso azioni, simboli, parole che, nascendo dalle esperienze condivise, legano fortemente l’adulto e il ragazzo. La condivisione, infatti, crea un comune linguaggio che permette a ragazzi e adulti di comunicare efficacemente e di arricchire la relazione stessa restituendole qualità e forza.
L’arte del Capo starà nel porre adeguata attenzione a tutte le variabili della relazione, quelle collettive come quelle interpersonali, coniugandole con le specifiche caratteristiche della proposta educativa nelle diverse branche.